Cerca nel blog

domenica 14 ottobre 2012

Lavoro: CGIL in piazza San Giovanni il 20 ottobre


“Il lavoro prima di tutto”. La CGIL torna in Piazza San Giovanni a Roma per una grande manifestazione nazionale il 20 ottobre dalle 10,30 alle 17,30. Una mobilitazione che nasce dall'esigenza, come ribadito più volte in questi mesi, di riunificare le tante vertenze aperte ripartendo dal lavoro.



Il 20 ottobre la CGIL porterà in piazza le testimonianze delle diverse realtà italiane che ogni giorno fanno i conti con un una crisi che sta mettendo in ginocchio interi territori. Inoltre, sarà un'occasione per dare voce ai tanti lavoratori che in questi giorni stanno portando avanti azioni di protesta per difendere il loro posto di lavoro ed essere ascoltati.

LA CGIL CHE VOGLIAMO FILCTEM

BOCCIARE L'IPOTESI DI ACCORDO PER RIAPRIRE LA TRATTATIVA
QUESTA E' L'UNICA STRADA CREDIBILE DA PERCORRERE
PER RIAPPROPRIARCI DEL CONTRATTO NAZIONALE
documento approvato da La CGIL che Vogliamo al Direttivo Naz. Filctem
L'ipotesi di accordo del contratto chimico, delegando alle RSU la facoltà di modificare quasi completamente l'intero contratto nazionale e per di più rinunciando nel contempo ad imporre dei limiti invalicabili agli interventi peggiorativi, apre una voragine pericolosissima alla tenuta stessa del contratto nazionale.
Ogni margine di difesa precedente viene compromesso da una delega che ha più il sapore dello scaricabarile, che del riconoscimento al ruolo fondamentale delle RSU.

Pensare che in una condizione economica dove gran parte delle RSU si trova sotto pressione per le difficoltà delle imprese, le ristrutturazioni, le CIG e le mobilità, sia vantaggioso per la categoria dare la parola d'ordine "ognuno per sé" alle RSU è a nostro avviso quantomeno bizzarro oltre che irresponsabile.
Non è un caso che le imprese esultino per far diventare quello chimico il modello del nuovo contratto all'insegna della produttività e non è un caso che dentro la CGIL si sia aperto un dibattito rovente sulla firma che va ben oltre le vicende interne dell'organizzazione.
Ma non è finita qui, nell'ipotesi firmata si introduce il doppio regime salariale!
La disponibilità a derogare sui minimi nelle assunzioni dei "giovani", fatta tra l'altro in un momento in cui la precarizzazione è il dato normale delle assunzioni e la fame di lavoro già si traduce nell'accettazione diffusa di peggiori condizioni di impiego, significa sancire che d'ora in poi, nella categoria, ogni assunzione dovrà sottostare al ricatto di un salario più basso.
Un elemento che oltre a penalizzare i nuovi assunti, finirà inevitabilmente per scaricarsi anche sugli altri lavoratori diventati così più costosi e meno competitivi.
E' utile qui ricordare che i licenziamenti per motivi oggettivi ed economici stanno già partendo e costituiscono l'altro lato della tenaglia che preme sul lavoro, dopo le modifiche pesanti all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
E ALLORA NON ABBIAMO SCELTA, DOBBIAMO ESSERE CHIARI CON I LAVORATORI
Noi pensiamo che in questa situazione CGIL e FILCTEM dovrebbero dire con chiarezza ai lavoratori che la FILCTEM ritirerà la propria firma dal contratto, se prima delle assemblee non cambieranno radicalmente quei contenuti dirompenti dell'ipotesi di accordo; altrimenti, l'unico modo per riaprire la discussione è la bocciatura di quell'ipotesi!
Non esiste la possibilità di dire di SI' e contemporaneamente chiedere modifiche radicali di tale importanza. Il voto nelle assemblee prevede un SI' oppure un NO.
Solo una bocciatura rimette nelle mani della delegazione trattante la partita. Questo definiscono le regole unitarie.
La chiarezza delle scelte è un elemento chiave: l'ipotesi per noi deve essere respinta e la trattativa deve essere riaperta. Si potrà riaprirla? Forse non sarà semplice, ma noi sappiamo che oltre 400.000 lavoratori sono in campo a rinnovare i contratti nei nostri comparti. Sono una potenza perché sono la fonte della ricchezza del paese, ma sono una potenza anche quando si fermano e scendono in lotta; dimenticarlo sarebbe irresponsabile.