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lunedì 7 dicembre 2015

Contratto CHIMICO-FARMACEUTICO: i lavoratori dicono 'SI'

Via libera' al rinnovo dalle oltre 650 assemblee nei posti di lavoro: i consensi sfiorano l'85%
Venerdì 27 Novembre 2015
Contratto CHIMICO-FARMACEUTICO: i lavoratori dicono 'SI'
Gli oltre 170.000 lavoratori del settore chimico-farmaceutico hanno dato il "via libera" all'accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei chimici siglato lo scorso 15 ottobre tra Federchimica e Farmindustria, entrambe associate a Confindustria, e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil. Concluse infatti le assemblee nei posti di lavoro (più di 650) che hanno fatto registrare un largo consenso (circa l'85% i "SI") che consentirà ai sindacati di firmare definitivamente l'accordo di rinnovo 2016-2018.
"Grazie all'unità sindacale e al decisivo rapporto democratico con le lavoratrici ed i lavoratori – commentano soddisfatti i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani durante la riunione del 27 novembre a Roma degli Esecutivi unitari Filctem, Femca, Uiltec - si sancisce il valore e l'universalità del contratto nazionale di lavoro e, contestualmente, si valorizza la contrattazione aziendale e la sua qualificazione nei posti di lavoro". "Con la firma del contratto, si conferma la imprenscindibile efficacia della negoziazione tra le parti interessate, senza interventi a gamba tesa da parte di nessuno". "Siamo convinti – concludono i leader sindacali – di aver dato un contributo significativo alla ripresa di un tavolo unitario tra le Confederazioni e anche agli altri tavoli di categoria, oltre a quelli già aperti nei nostri settori (lavanderie industriali, gomma-plastica, n.d.r.) o in itinere (elettrici, energia e petrolio, n.d.r.).
Infine gli Esecutivi unitari hanno rivolto un appello a tutti i delegati Eni e Saipem di partecipare – sulla base della vertenza in atto con il Gruppo Eni e del documento "Eni abbandona il paese, il Governo faccia chiarezza" redatto dai segretari generali - alla manifestazione nazionale di sabato 5 dicembre a Roma alla quale parteciperanno i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Camusso, Furlan, Barbagallo, numerosi parlamentari, forze politiche, rappresentanti di Regioni e Comuni dei territori interessati.

venerdì 30 ottobre 2015

«A LAVORARE IN FABBRICA.....SI DIVENTA MATTI»



«L’iniziativa parte da un dato preciso ed emblematico» spiegano i promotori. Da quando è iniziata la crisi a oggi il numero di persone che si sono rivolte ai Csm (Centri di salute mentale) è aumentato di un terzo e la stragrande maggioranza sono lavoratori dipendenti vittime delle dure conseguenze della crisi.
Da un lato, chi ha perso il posto di lavoro e cade in depressione e crisi esistenziale; dall’altro, chi è rimasto al lavoro ed è costretto a subire ritmi sempre più pesanti e alienanti. La crisi peggiora le condizioni di vita e di lavoro e questo impatta sulla condizione psicologia dei lavoratori. Da qui l’esigenza di provare a rispondere a questi bisogni.

Relazione introduttiva di Paolo Brini (responsabile Salute Ambiente Sicurezza della Fiom di Modena)
La scelta di organizzare questa assemblea, cui abbiamo voluto dare un titolo un po’ scherzoso, nello spirito della «Settimana della salute mentale» risiede nella volontà di affrontare un tema in realtà molto serio ed importante. Il peggioramento devastante delle condizioni di vita e di lavoro cui stiamo assistendo dall’esplosione della crisi economica del 2008 a oggi e l’impatto dirompente che questo sta avendo sulla salute mentale della classe lavoratrice. Parliamo di classe lavoratrice, di proletariato, perché non ci riferiamo solo ai metalmeccanici in senso stretto. È un fatto indiscutibile che tutte le categorie di lavoratori dipendenti sono state travolte dalla crisi. È altresì un fatto che tutte le categorie in un qualche modo sono legate a una forma di “catena di montaggio”, sia essa materiale o no, e a una forma di organizzazione del lavoro che le vessa. Dal centro commerciale al Mc Donald’s, dal call center alla Ausl, dal facchino al cooperatore sociale. Per dirla con una parola, al centro vogliamo porre o meglio vogliamo tornare a porre la condizione operaia. Se qualcuno pensa che si stia affrontando temi desueti e antichi, lo invitiamo a guardare un po’ meno televisione e a soffermarsi un po’ di più anche solo sulle ultime leggi reazionarie varate da questo governo. Leggi che hanno riportato la condizione di lavoro e del diritto del lavoro indietro di almeno 50 anni. Per dirne una rimanendo in tema, nel Jobs Act si dà anche la possibilità al padrone di demansionare il lavoratore che abbia problemi di salute, fisici o mentali che siano. Naturalmente in questo mondo orwelliano ci raccontano che lo si fa per dare una opportunità in più al lavoratore di (testualmente) «migliorare le proprie condizioni di vita». Esattamente come quando ci raccontano che le guerre si fanno con missioni di pace.
I numeri parlano chiaro. Solo nel modenese dal 2008 a oggi la quantità di persone che si rivolge ai Centri di Salute Mentale è aumentato di oltre un terzo.

giovedì 15 ottobre 2015

CONTRATTO CHIMICI 2016-2018: siglata ipotesi d'accordo.

Comunicato stampa

 CHIMICO-FARMACEUTICO: SIGLATA L'IPOTESI DI ACCORDO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO 2016-2018. 
L' AUMENTO COMPLESSIVO E' DI 100 EURO

Una novità di rilievo: il contratto prevede la verifica annuale degli eventuali scostamenti inflattivi Dopo una lunga trattativa durata tutta la notte, questa mattina, giovedì 15 ottobre alle 9,00 tra le associazioni imprenditoriali Federchimica, Farmindustria (entrambi associate a Confindustria) e i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil è stata siglata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2016-2018 del settore chimico-farmaceutico (più di 171.000 i lavoratori interessati, impiegati in quasi 3000 imprese, il 90% delle quali piccole e medie), oltre due mesi prima della scadenza naturale del 31 dicembre 2015.
 L'intesa sottoscritta prevede un aumento medio sui minimi di 90 euro (cat. D1), distribuiti in tre “tranche”: la prima di 40 euro dal 1 gennaio 2017; la seconda, 35 euro dal 1 gennaio 2018; la terza, 15 euro dal 1 dicembre 2018. In sostituzione della tranche di incremento del trattamento contrattuale mensile prevista dal vigente ccnl per il mese di ottobre 2015, sarà erogato un E.d.r. (Elemento distinto della retribuzione) di pari importo: tale importo sarà erogato fino al 31 dicembre 2016, per poi cessare definitivamente. Ma la vera novità dell'intesa è la verifica annuale dei minimi agli eventuali scostamenti rispetto all'inflazione: a partire dal 2017, nel giugno di ogni anno, si riscontrerà lo scostamento di inflazione relativo all'anno precedente tra il consuntivo Istat e la previsione utilizzata in fase di rinnovo. “ Poiché eravamo consapevoli di rappresentare il punto più alto della contrattazione nel paese, abbiamo accettato (e vinto) la scommessa - fanno rilevare soddisfatti Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil – di fare il contratto in tempi brevi. Un segnale di responsabilità - proseguono i leader sindacali – oltremodo utile per riaprire il tavolo confederale e gli altri tavoli di categoria, che i sindacati e le imprese chimiche e farmaceutiche offrono al paese; una concreta risposta in difesa del reddito dei lavoratori del settore, del welfare contrattuale, della prestazione lavorativa proprio in un comparto che ha saputo dare risposte innovative anche attraverso il rinnovo contrattuale”. “Avevamo scommesso che il vero banco di prova - ricordano ancora Miceli, Colombini e Pirani - sarebbe stato il merito, la sola possibilità concreta per valorizzare il contratto nazionale, e rafforzare attraverso il negoziato l'unità sindacale e il rapporto democratico con i lavoratori. E i risultati conseguiti – aggiungono - ci danno ragione, sia sul fronte del valore del contratto nazionale che del rilancio della contrattazione di secondo livello, per migliorare professionalità, produttività, orari e organizzazione del lavoro”. 
 In estrema sintesi, gli altri punti salienti dell'ipotesi di accordo: 
RELAZIONI INDUSTRIALI E CONTRATTAZIONE DI 2° LIVELLO – Sempre più partecipative e di indirizzo, soprattutto per l'estensione della contrattazione di secondo livello a cui dare più responsabilità e compiti ma anche più strumenti. Consolidati e migliorati gli Osservatori aziendali per affidare loro materie come le politiche degli investimenti, progetti di sviluppo, le dinamiche salariali complessive. Proprio sulla contrattazione di secondo livello, le parti hanno ritenuto utile il suo rafforzamento, la sua estensione e la sua qualificazione attraverso un rinnovamento della normativa del contratto. Infatti a livello nazionale viene cancellato il premio di presenza, le cui disponibilità economiche vengono messe a disposizione della contrattazione di 2° livello. In tutte quelle imprese in cui non si fa contrattazione aziendale, una quota parte del premio di presenza viene messa a disposizione per implementare la quota perequativa. 
WELFARE CONTRATTUALE – Oltre a proseguire nel rafforzamento della previdenza e sanità integrative, veri fiori all'occhiello del settore, l'ipotesi di accordo prevede anche la trasformazione della festività della Pasqua (1/25 della retribuzione mensile) in contribuzione aggiuntiva per il welfare contrattuale, con una equivalente erogazione da parte aziendale: +0,25 (8 euro) su “Fonchim” (previdenza integrativa), 2 euro in più per la prestazione del turno notturno. 
DIRITTI E TUTELE Sui provvedimenti disciplinari, confermato il sistema di tutele previste dal contratto in materia di progressività e proporzionalità delle sanzioni. 
FORMAZIONE, AMBIENTE, SALUTE, SICUREZZA – Potenziata la formazione continua e il ruolo dell'Obc, l'organismo bilaterale per la formazione chimica. Rafforzata la figura del delegato alla formazione per programmare e indirizzare piani di formazione continua da sviluppare in azienda. Aumentate anche le ore per la formazione e l'aggiornamento annuo degli Rlssa (rappresentanti dei lavoratori su salute sicurezza e ambiente, n.d.r.). L'ipotesi di accordo stipulata – fanno sapere i sindacati – sarà unitariamente e immediatamente sottoposta all'approvazione delle assemblee dei lavoratori che termineranno entro novembre 2015. 

mercoledì 7 ottobre 2015

L'intervista


Miceli (Filctem) a Radioarticolo1 "Sui rinnovi abbiamo giocato d'anticipo, mettendo a punto piattaforme unitarie che tutelano in primo luogo il potere d'acquisto dei lavoratori. Confindustria ci risponda per sapere se i ccnl si chiudono oppure no"

Un perimetro di 25 ccnl e più di 200.000 iscritti, che interessano una platea complessiva di oltre un milione e mezzo di addetti. Il settore è quello della Filctem, la federazione della Cgil che rappresenta i lavoratori di chimica, tessile, energia e manifatture. Ai microfoni di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1 (podcast), stamattina è intervenuto il segretario generale della categoria, Emilio Miceli, per parlare di riforma contrattuale.   

“Abbiamo saputo che il presidente del Consiglio, in assenza di confronto, vuole riformare i contratti collettivi di lavoro senza Confindustria e senza sindacati – ha esordito il dirigente sindacale –. In questo anno e mezzo abbiamo visto stringersi un patto tra Governo e imprese, teso unicamente a immaginare un Paese che cresce puntando sull’aumento della povertà e sull’abbassamento del tenore di vita degli italiani: è una ricetta antica, figlia di un liberismo sfrenato, con cui dovremo fare i conti nei prossimi mesi”.

“Renzi punta tutto sui contratti aziendali e territoriali – ha rilevato l’esponente Cgil –, con un salario minimo legale per tutti, dimenticando che già esiste per contratto: con la riforma del Governo, il minimo scenderebbe a 6 euro, mentre i chimici sono a 10,90: in sostanza, una persona che venisse assunta in un’azienda perderebbe 4 euro automaticamente, con un evidente arretramento delle propie condizioni. Oltretutto, i nostri contratti coprono l’insieme dei lavoratori e permettono guadagni fortissimi alle imprese. Insomma, quella che ha in mente l’esecutivo non è certo una ricetta miracolosa, ma una downgrade salariale. Per noi, la strada da percorrere per migliorare la competitività passa per le nuove tecnologie, la ricerca e la qualità del lavoro”.


“Credo che Confindustria, da un lato, venga sospinta dal Governo a tenere una posizione più radicale nell’ambito della trattativa sulla riforma contrattuale con Cgil, Cisl e Uil; dall’altro, c’è una parte del mondo d’impresa preoccupata nel recuperare la Fca al sistema confindustriale, che prende atto dei ritardi sui rinnovi per via della riforma dei contratti: un allungamento dei tempi che si scaricherà sulle loro spalle. L’idea del salario minimo è da bocciare, così come quella di basare il sistema di produttività sugli indici produttivi raggiunti, dimenticando che la prestazione del lavoratore non è tutta nelle sue mani, ma dipende anche da altri fattori, spesso preponderanti rispetto al lavoro”, ha proseguito Miceli. 

“In campo, c’è una gigantesca operazione di volgarizzazione e banalizzazione di temi complessi: è la chiacchiera da bar che diventa il faro illuminante del Governo. Questo è valso per il Jobs act, riforma concepita unicamente contro i lavoratori, togliendo loro diritti - penso ai codici disciplinari che, di fatto, vengono aboliti -, e mettendo tutto il potere nelle mani del sovrano-imprenditore, che ha alterato l’equilibrio esistente tra lavoratore e impresa. Ora, con la scusa che i salari sono cresciuti più della produttività, si vogliono tagliare i salari, dimenticando le responsabilità dell’impresa riguardo alla bassa produttività raggiunta”, ha detto ancora il leader della Filctem. 

“Sui rinnovi, abbiamo giocato d’anticipo, mettendo a punto una serie impressionante di piattaforme unitarie, come elettricità, energia, gas-acqua, petrolio, lavanderie industriali. Abbiamo fiutato il vento, provando ad allineare le diverse proposte in tempo utile per aprire il confronto con le nostre controparti, mettendo al primo posto delle richieste la difesa del potere d’acquisto dei lavoratori. Siamo in una società post-inflattiva, ma se avessimo fatto una riforma contrattuale attraverso il ccnl, non saremmo andati da nessuna parte. Abbiamo sfidato Confindustria su un terreno che le è sempre stato caro, quello del minimo salariale legato all’inflazione: adesso ci rispondano, dicendo che tutto ciò che abbiamo immaginato in questi anni è sbagliato e che occorre cambiare strada. Esigiamo comunque una risposta al più presto, per sapere se i contratti li possiamo rinnovare oppure no”, ha concluso il sindacalista.