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mercoledì 26 ottobre 2016

FISCO DI VANTAGGI PER I LAVORATORI

Premi di produttività e welfare aziendale detassati: 
entrano anche azioni, previdenza integrativa e sanità.

Un«fisco di vantaggio» per i lavoratori se le somme elargite dall’impresa sotto forma di welfare aziendale vanno a «previdenza complementare e assistenza sanitaria». E la possibilità di erogare, più facilmente, i premi di produttività sotto forma di azioni.

  • Con queste due ultime novità, su cui il Mef ha acceso semaforo verde, è pronto il pacchetto di disposizioni che rafforza, da gennaio, l’attuale normativa sui premi di risultato, in arrivo con la legge di Bilancio.
    Le nuove regole, spiega Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi, confermano l’incremento delle soglie: le somme tassate con la cedolare secca al 10% salgono dagli attuali 2mila a 3mila euro, che possono arrivare a 4mila euro (fino a dicembre l’asticella è 2.500 euro) in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori. Ad allargarsi è anche la platea dei beneficiari, elevando il limite di reddito dagli attuali 50mila a 80mila euro annui, ricomprendendovi in questo modo pure quadri e una fetta della dirigenza non apicale (ne beneficeranno almeno il 15% dei dirigenti di commercio e servizi).
    «Dopo un anno, un po’ di prova, dalla reintroduzione di questa detassazione, ci aspettiamo ora un salto di qualità - evidenzia Leonardi -. L’obiettivo è coinvolgere anche le piccole imprese, soprattutto artigiani e commercianti, ancora poco avvezzi a firmare accordi territoriali».
    Le disposizioni in arrivo mantengono lo stretto legame tra il premio di risultato e la contrattazione di secondo livello, legata ad incrementi («seri e misurabili») di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione; e, anche, la possibilità di convertire il premio agevolato nei benefit ricompresi nel welfare aziendale (che rimangono completamente detassati, e quindi non più soggetti neanche all’imposta sostitutiva del 10%). Qui però si introduce una novità: se il premio viene sostituito con spese sanitarie o con misure di previdenza complementare, queste somme non concorrono a formare l’imponibile su cui poi si beneficia delle deduzioni (il limite di deducibilità, oggi in vigore, è poco più di 5mila euro per i versamenti alla pensione integrativa, circa 3.600 euro per le spese sanitarie). Così, per esempio, chiarisce Leonardi, se il lavoratore destina a previdenza complementare 2mila euro di welfare, e già autonomamente ne ha versati nello stesso anno 5mila, i 2mila di welfare in più non modificano il limite di deducibilità perché, appunto, non formano imponibile. E poi, quando si riscattano, non vengono tassati».
    L’altra novità dell’ultima ora riguarda l’apertura ai piani azionari.Oggi la normativa vigente del Tuir prevede che non concorre a formare il reddito di lavoro dipendente il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti, ma solo per un importo non superiore complessivamente nel periodo d’imposta a 2.065,83 euro, e a patto che siano rispettate alcune condizioni, come quella che non devono essere riacquistate dalla società emittente o dal datore di lavoro o comunque cedute prima che siano trascorsi almeno tre anni. Da domani, sottolinea Leonardi, saranno i contratti aziendali a prevedere nei panieri di welfare eventuali distribuzioni di azioni, e così i dipendenti potranno sceglierli (non si dovranno distribuire obbligatoriamente azioni a tutti). Le nuove norme introducono poi agevolazioni legate alle coperture assicurative per non autosufficienza e malattie gravi (è una novità assoluta); e sussidi occasionali per gravi esigenze personali o familiari del dipendente (come lutti o malattie). E si chiarisce, infine, che il welfare aziendale può essere stabilito non solo dai contratti di secondo livello, ma anche da quelli nazionali: «Uno strumento in più - dice Leonardi - in mano a imprese e sindacati per facilitare rinnovi e spingere su produttività e redditi».
  • CLAUDIO TUCCI 23 OTTOBRE 2016
  • venerdì 6 maggio 2016

    INNAGURAZIONE NUOVA SEDE CGIL DI MARTINSICURO



    CAMERA DEL LAVORO DI TERAMO

      SABATO 07 MAGGIO 2016 inaugurazione della nuova sede CGIL a MARTINSICURO
     
    Anche per la sede CGIL di MARTINSICURO è arrivato il momento dell’inaugurazione ufficiale. Sabato 7 Maggio  alle ore 17.00, alla presenza di iscritti, operatori, dirigenti e rappresentanti delle istituzioni locali sarà inaugurata la nuova sede di via Metauro 16, già operativa per tutte le attività di patronato, assistenza fiscale, lega SPI e consulenza delle categorie ai lavoratori.
    Anche con questa inaugurazione la Camera del Lavoro di Teramo ha inteso mantenere e potenziare  la propria attività nel territorio al fine di  essere concretamente più vicina ai bisogni di consulenza, di informazione e di tutela dei propri iscritti in particolare e, più in generale, di tutti i lavoratori e i cittadini. 
    La cerimonia di inaugurazione avrà il seguente programma: 
    - Sandro De Santis, Segretario della Lega SPI Val Vibrata, relazionerà sulle    problematiche del lavoro e i bisogni sociali nel territorio.

    - Giovanni Timoteo, segretario provinciale CGIL illustrerà la proposta di legge di iniziativa popolare della CGIL "Carta dei diritti Universali del Lavoro".

    - Saluto delle autorità intervenute.
    - Inaugurazione della Sede
    Si invitano cittadini e lavoratori a partecipare. La Segreteria provinciale

    giovedì 31 marzo 2016

    Referendum, il 17 aprile votiamo Sì e fermiamo le trivelle


    ll voto del 17 Aprile è un voto immediatamente politico, in quanto, al di là della specificità del quesito, residuo di trabocchetti e scossoni, IL REFERENDUM è l’UNICO STRUMENTO di cui i movimenti che lottano da anni per i beni comuni e per l’affermazione di maggiori diritti possono al momento disporre per dire la propria sulle politiche ambientali, che da Monti a Renzi restano l’emblema dell’offesa ai territori, alle loro prerogative, alla stessa Costituzione italiana. Lo sanno bene le centinaia di comitati e di associazioni, i comitati che lottano contro le piattaforme a mare, così come contro la Tap, contro le centinaia di chilometri di tubi delle reti di gas su faglie sismiche, contro centrali e pozzi di stoccaggio che provocano sismicità indotta per decreto ministeriale, contro le raffinerie che emettono sostanze nocive, contro i depositi di stoccaggio a rischio di incidente rilevante e di inquinamento della falda.
    Lo sanno tutti i comitati che lottano contro la devastazione e la cementificazione dei territori in ogni angolo del paese. 
    FERMIAMO LE TRIVELLE; FERMIAMO IL SACCHEGGIO DEI BENI COMUNI.

    venerdì 29 gennaio 2016

    ARRIVA L' AUTORIZZAZIONE, LA VECO DI MARTINSICURO ACCENDE I FORNI.

    La Regione ha concesso l’Aia: era indispensabile per riprendere la produzione


    MARTINSICURO. Alla fine l’agognata Aia è arrivata. Ieri pomeriggio intorno alle 16 la Regione ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale, indispensabile per la ripresa dell’attività della Veco di Martinsicuro.
    Un risultato arrivato dopo mille ripensamenti, rinvii, colpi di scena. Con una sola costante: la lotta dei lavoratori che pervicacemente hanno organizzato manifestazioni, sit in, hanno presidiato l’azienda giorno e notte ormai da due settimane, salendo anche sul tetto in segno di protesta nei momenti clou.

    E alla fine ieri pomeriggio, mentre una delegazione di lavoratori e sindacalisti presidiava la Regione e un’altra l’Arta, l’ok alla ripresa della produzione della fonderia è arrivato. I lavoratori impegnati in Regione e all’Arta si sono subito messi in viaggio per ritornare a Martinsicuro e riaccendere i forni, in modo da far ripartire la fusione già in queste ore.
    «Una vicenda complessa», commenta Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione e assessore regionale alle attività produttive, «ringrazio l’azienda e i lavoratori dell’impegno mostrato, ma anche le strutture regionali e dell’Arta, che hanno fatto il loro dovere. Abbiamo lavorato anche fuori orario per salvare 80 posti di lavoro, 80 famiglie di nostri conterranei. Oggi sono proprio contento».

    I sindacati sono ovviamente soddisfatti, ma un po’ di amarezza per tutto quanto accaduto resta. «Usciamo con alcune ammaccature: dobbiamo vedete che ripercussioni ci saranno sul versante clienti», osserva Giampiero Dozzi, segretario della Fiom Cgil, «è stata una vicenda soffertissima, molte asperità si potevano evitare, non c’erano tutti i presupposti per una sospensione dell’attività a questo livello. Valuteremo se questo doveva essere. Ora dovremo organizzare turni con massima intensità, a piena potenza per recuperare quel che si può. Siamo soddisfatti, è ovvio: i lavoratori hanno tenuto la guardia alta, favorendo la conclusione positiva della vicenda».
    Soprattutto sul problema dell’eventuale fuga di clienti la prossima settimana si terrà un incontro con l’azienda. «Sono parzialmente soddisfatto: la burocrazia ha creato dei danni», aggiunge infatti Marco Boccanera, segretario della Fim Cisl, «dobbiamo quantificare i danni dell’iter durato tre mesi. Pare che qualche cliente sia andato via, ora bisogna raccogliere i cocci e vedere che rimane. Speriamo che non ci siano ripercussioni sui livelli occupazionali. Ora noi staremo con il fiato sul collo dell’azienda affinchè attui le prescrizioni e coinvolga i lavoratori nelle scelte. Proprio i lavoratori sono stati dei grandi lottatori e buona parte del merito della conclusione positiva è loro».
     A quanto sembra, visto che i forni sono in buone condizioni, la produzione potrebbe riprendere anche oggi. (a.f.)































    martedì 26 gennaio 2016

    Detassazione premi produttività 2016


    Dopo lo stop per l’anno 2015, la Legge di Stabilità ha ripristinato per il 2016 la detassazione dei premi e del salario di produttività, una delle misure più attese per questa manovra finanziaria per la quale il Governo ha stanziato 430 milioni di euro per il 2016 e 589 milioni di euro per gli anni successivi. Oltre al ripristino della detassazione dei premi produttività, la Legge di Stabilità 2016 ha previsto anche l’ampliamento della platea dei beneficiari, innalzando l’asticella dei redditi ammessi all’incentivo a quelli fino a 50mila euro lordi annui.
    Da quando è stato istituito l’incentivo (art. 2 D.L. n. 93/2008), con l’intento di favorire la produttività delle aziende, fino ad oggi il tetto massimo si era aggirato tra i 30mila ed i 40mila euro, escludendo così i quadri che invece ora possono godere dell’agevolazione fiscale. Il limite massimo di importo che potrà essere assoggettato a tassazione agevolata del 10%, se legato al raggiungimento di obiettivi di produttività e redditività aziendali, è stato fissato a 2.500 euro (2.000 euro lordi per le aziende che non coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro). Stesso limite e stessa aliquota agevolata (imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali pari al 10%) per gli utili distribuiti dalle aziende ai dipendenti.