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venerdì 29 gennaio 2016

ARRIVA L' AUTORIZZAZIONE, LA VECO DI MARTINSICURO ACCENDE I FORNI.

La Regione ha concesso l’Aia: era indispensabile per riprendere la produzione


MARTINSICURO. Alla fine l’agognata Aia è arrivata. Ieri pomeriggio intorno alle 16 la Regione ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale, indispensabile per la ripresa dell’attività della Veco di Martinsicuro.
Un risultato arrivato dopo mille ripensamenti, rinvii, colpi di scena. Con una sola costante: la lotta dei lavoratori che pervicacemente hanno organizzato manifestazioni, sit in, hanno presidiato l’azienda giorno e notte ormai da due settimane, salendo anche sul tetto in segno di protesta nei momenti clou.

E alla fine ieri pomeriggio, mentre una delegazione di lavoratori e sindacalisti presidiava la Regione e un’altra l’Arta, l’ok alla ripresa della produzione della fonderia è arrivato. I lavoratori impegnati in Regione e all’Arta si sono subito messi in viaggio per ritornare a Martinsicuro e riaccendere i forni, in modo da far ripartire la fusione già in queste ore.
«Una vicenda complessa», commenta Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione e assessore regionale alle attività produttive, «ringrazio l’azienda e i lavoratori dell’impegno mostrato, ma anche le strutture regionali e dell’Arta, che hanno fatto il loro dovere. Abbiamo lavorato anche fuori orario per salvare 80 posti di lavoro, 80 famiglie di nostri conterranei. Oggi sono proprio contento».

I sindacati sono ovviamente soddisfatti, ma un po’ di amarezza per tutto quanto accaduto resta. «Usciamo con alcune ammaccature: dobbiamo vedete che ripercussioni ci saranno sul versante clienti», osserva Giampiero Dozzi, segretario della Fiom Cgil, «è stata una vicenda soffertissima, molte asperità si potevano evitare, non c’erano tutti i presupposti per una sospensione dell’attività a questo livello. Valuteremo se questo doveva essere. Ora dovremo organizzare turni con massima intensità, a piena potenza per recuperare quel che si può. Siamo soddisfatti, è ovvio: i lavoratori hanno tenuto la guardia alta, favorendo la conclusione positiva della vicenda».
Soprattutto sul problema dell’eventuale fuga di clienti la prossima settimana si terrà un incontro con l’azienda. «Sono parzialmente soddisfatto: la burocrazia ha creato dei danni», aggiunge infatti Marco Boccanera, segretario della Fim Cisl, «dobbiamo quantificare i danni dell’iter durato tre mesi. Pare che qualche cliente sia andato via, ora bisogna raccogliere i cocci e vedere che rimane. Speriamo che non ci siano ripercussioni sui livelli occupazionali. Ora noi staremo con il fiato sul collo dell’azienda affinchè attui le prescrizioni e coinvolga i lavoratori nelle scelte. Proprio i lavoratori sono stati dei grandi lottatori e buona parte del merito della conclusione positiva è loro».
 A quanto sembra, visto che i forni sono in buone condizioni, la produzione potrebbe riprendere anche oggi. (a.f.)































martedì 26 gennaio 2016

Detassazione premi produttività 2016


Dopo lo stop per l’anno 2015, la Legge di Stabilità ha ripristinato per il 2016 la detassazione dei premi e del salario di produttività, una delle misure più attese per questa manovra finanziaria per la quale il Governo ha stanziato 430 milioni di euro per il 2016 e 589 milioni di euro per gli anni successivi. Oltre al ripristino della detassazione dei premi produttività, la Legge di Stabilità 2016 ha previsto anche l’ampliamento della platea dei beneficiari, innalzando l’asticella dei redditi ammessi all’incentivo a quelli fino a 50mila euro lordi annui.
Da quando è stato istituito l’incentivo (art. 2 D.L. n. 93/2008), con l’intento di favorire la produttività delle aziende, fino ad oggi il tetto massimo si era aggirato tra i 30mila ed i 40mila euro, escludendo così i quadri che invece ora possono godere dell’agevolazione fiscale. Il limite massimo di importo che potrà essere assoggettato a tassazione agevolata del 10%, se legato al raggiungimento di obiettivi di produttività e redditività aziendali, è stato fissato a 2.500 euro (2.000 euro lordi per le aziende che non coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro). Stesso limite e stessa aliquota agevolata (imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali pari al 10%) per gli utili distribuiti dalle aziende ai dipendenti.