ll voto del 17 Aprile è un voto immediatamente politico, in quanto, al di là della specificità del quesito, residuo di trabocchetti e scossoni, IL REFERENDUM è l’UNICO STRUMENTO di cui i movimenti che lottano da anni per i beni comuni e per l’affermazione di maggiori diritti possono al momento disporre per dire la propria sulle politiche ambientali, che da Monti a Renzi restano l’emblema dell’offesa ai territori, alle loro prerogative, alla stessa Costituzione italiana. Lo sanno bene le centinaia di comitati e di associazioni, i comitati che lottano contro le piattaforme a mare, così come contro la Tap, contro le centinaia di chilometri di tubi delle reti di gas su faglie sismiche, contro centrali e pozzi di stoccaggio che provocano sismicità indotta per decreto ministeriale, contro le raffinerie che emettono sostanze nocive, contro i depositi di stoccaggio a rischio di incidente rilevante e di inquinamento della falda.
Lo sanno tutti i comitati che lottano contro la devastazione e la cementificazione dei territori in ogni angolo del paese.
FERMIAMO LE TRIVELLE; FERMIAMO IL SACCHEGGIO DEI BENI COMUNI.

