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domenica 22 dicembre 2013
domenica 17 novembre 2013
In piazza la delusione dei senza lavoro
Sindacati e operai dal prefetto: chiedono aiuto per l’economia ko. Ottocento posti a rischio nella sola Martinsicuro
TERAMO. Rassegnazione. Lo sventolio delle bandiere di Cgil, Cisl e Uil che ieri mattina contrappuntavano largo San Matteo non è riuscito a coprire l’effetto devastante che la lunga, inarrestabile crisi ha avuto sulla gente. I lavoratori riuniti per lo sciopero generale contro la legge di stabilità, ma anche per proporre misure reali di sostegno al sistema produttivo locale, erano più che altro rassegnati. La sfiducia nelle istituzioni ha pervaso tutte le loro riflessioni, accompagnata però a guizzi di indignazione e preoccupazione per il futuro.
I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Dario Di Dario, Antonio Scuteri e Gianluca Di Girolamo, con una rappresentanza di lavoratori, hanno avuto un incontro con il prefetto Valter Crudo a cui hanno segnalato le perplessità sulla legge di stabilità, ma anche per rappresentargli la necessità che le istituzioni locali, in particolare la Regione, intervengano a sostegno dell’economia provinciale, per agganciare la ripresa. I sindacati l’hanno anche invitato alla riunione che organizzeranno a dicembre con i parlamentari teramani e la Regione per chiedere impegni reali a favore del Teramano.
I lavoratori. «La situazione locale è molto difficile», dichiara Andrea Guizzetti, lavoratore della Filca Cisl, «ci vogliono risposte efficaci da parte delle istituzioni e delle imprese per creare sistemi più moderni per creare lavoro ed essere più competitivi. Il problema è che le risposte non arrivano». «Nessuno fa niente», aggiunge Emidio Ottavianelli della Fillea Cgil, «il lavoro nei manufatti in cemento, la mia azienda è passata da 120 a 80 e ora a 33 operai, e adesso vuole chiudere. Le istituzioni dovrebbero pensare a una riconversione delle imprese in setto che tirano, ma manca un progetto».
Il caso Martinsicuro. Fra imprese chiuse e altre a rischio, i posti in bilico a Martinsiocuro sono più di 800. Due grosse aziende, la Full mobili e la Cmp sono in concordato preventivo, la Bontempi ha messo tutti i Cigs mentre Veco, Morgan Carbon e Carbotech sono oggetto di proteste di comitati perchè inquinerebbero. «Abbiamo chiesto al prefetto», dice Enrico Errico della Veco, «di convocare sindaco, azienda e comitati in un tavolo istituzionale per trovare una soluzione. Altrimenti il sindaco si dovrà assumere la responsabilità di far chiudere un’azienda che dà 200 posti di lavoro». «Anche i problemi per le altre due aziende, sono tutte e tre nate agli inizi degli Anni Sessanta, sono frutto di un disordine urbanistico che nessuno ha voluto mai affrontare, e noi ne facciamo le spese», aggiunge Mirko Ricci della Morgan.
La sicurezza. Altra questione sottoposta a Crudo è quella della sicurezza. «I pensionati prendono già pochi soldi», spiega Giovanni Pigliacelli della Fnp Cisl, «e sono continuamente oggetto di furti o scippi. Bisogna aumentare la presenza di forze dell’ordine, impiegando anche i vigili urbani. Crudo si è impegnato a sottoporre la necessità ai sindaci». (a.f.)
TERAMO. Rassegnazione. Lo sventolio delle bandiere di Cgil, Cisl e Uil che ieri mattina contrappuntavano largo San Matteo non è riuscito a coprire l’effetto devastante che la lunga, inarrestabile crisi ha avuto sulla gente. I lavoratori riuniti per lo sciopero generale contro la legge di stabilità, ma anche per proporre misure reali di sostegno al sistema produttivo locale, erano più che altro rassegnati. La sfiducia nelle istituzioni ha pervaso tutte le loro riflessioni, accompagnata però a guizzi di indignazione e preoccupazione per il futuro.
I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Dario Di Dario, Antonio Scuteri e Gianluca Di Girolamo, con una rappresentanza di lavoratori, hanno avuto un incontro con il prefetto Valter Crudo a cui hanno segnalato le perplessità sulla legge di stabilità, ma anche per rappresentargli la necessità che le istituzioni locali, in particolare la Regione, intervengano a sostegno dell’economia provinciale, per agganciare la ripresa. I sindacati l’hanno anche invitato alla riunione che organizzeranno a dicembre con i parlamentari teramani e la Regione per chiedere impegni reali a favore del Teramano.
I lavoratori. «La situazione locale è molto difficile», dichiara Andrea Guizzetti, lavoratore della Filca Cisl, «ci vogliono risposte efficaci da parte delle istituzioni e delle imprese per creare sistemi più moderni per creare lavoro ed essere più competitivi. Il problema è che le risposte non arrivano». «Nessuno fa niente», aggiunge Emidio Ottavianelli della Fillea Cgil, «il lavoro nei manufatti in cemento, la mia azienda è passata da 120 a 80 e ora a 33 operai, e adesso vuole chiudere. Le istituzioni dovrebbero pensare a una riconversione delle imprese in setto che tirano, ma manca un progetto».
Il caso Martinsicuro. Fra imprese chiuse e altre a rischio, i posti in bilico a Martinsiocuro sono più di 800. Due grosse aziende, la Full mobili e la Cmp sono in concordato preventivo, la Bontempi ha messo tutti i Cigs mentre Veco, Morgan Carbon e Carbotech sono oggetto di proteste di comitati perchè inquinerebbero. «Abbiamo chiesto al prefetto», dice Enrico Errico della Veco, «di convocare sindaco, azienda e comitati in un tavolo istituzionale per trovare una soluzione. Altrimenti il sindaco si dovrà assumere la responsabilità di far chiudere un’azienda che dà 200 posti di lavoro». «Anche i problemi per le altre due aziende, sono tutte e tre nate agli inizi degli Anni Sessanta, sono frutto di un disordine urbanistico che nessuno ha voluto mai affrontare, e noi ne facciamo le spese», aggiunge Mirko Ricci della Morgan.
La sicurezza. Altra questione sottoposta a Crudo è quella della sicurezza. «I pensionati prendono già pochi soldi», spiega Giovanni Pigliacelli della Fnp Cisl, «e sono continuamente oggetto di furti o scippi. Bisogna aumentare la presenza di forze dell’ordine, impiegando anche i vigili urbani. Crudo si è impegnato a sottoporre la necessità ai sindaci». (a.f.)
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