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martedì 24 maggio 2011

Il Corriere Adriatico - Sciopero alla Morgan Carbon

Due licenziamenti a sorpresa decisi dall’azienda scatenano la rabbia delle maestranze Martinsicuro Ancora problemi alla Morgan Carbon, due licenziamenti a sorpresa scatenano lo sciopero delle maestranze che ieri mattina hanno riempito via Roma, all’altezza dell’azienda della città truentina. La parte produttiva della multinazionale si è astenuta da qualunque prestazione lavorativa per solidarietà nei confronti dei due colleghi impiegati che sono stati allontanati senza avvisare i sindacati. La motivazione è quella della riduzione del personale, ma il modus operandi non è piaciuto alle Rsu. Portavoce è Mirko Ricci che ha ribadito come lo sciopero “si protrarrà ad oltranza, almeno finché non si troverà una soluzione al problema dei nostri due colleghi, licenziati in tronco, cioè senza consultazione con i sindacati”. Insomma è probabile che questa mattina gli operai siano di nuovo in strada, compatti con cartelli, bandiere e striscioni per protestare. “Il nostro timore - spiega Ricci, a nome di tutte le maestranze - è che un altro ramo di azienda possa essere delocalizzato, come già accaduto per quello dei carboni speciali. E soprattutto non possiamo accettare che l’azienda si muova ai danni dei lavoratori senza passare nemmeno il filtro dei sindacati”. Ieri mattina almeno 80 dipendenti su 120 hanno stazionato in strada e hanno avuto anche un incontro con alcuni delegati di Confindustria Teramo che entro questa mattina dovranno avviare un tavolo di trattative fra i vertici aziendali e i sindacati. Un incontro per cercare di risolvere la situazione e far sì che gli operai possano tornare a lavoro, senza sapere che i loro colleghi sono invece alle prese con un licenziamento maturato con procedure giudicate inusuali. Le stesse maestranze sperano in nuovi investimenti che potrebbero ridare smalto e linfa alla sede martinsicurese della multinazionale inglese. Investimenti che potrebbero garantire una maggiore produttività e logicamente l’esistenza del presidio che, altrimenti, potrebbe rischiare come altre aziende del comprensorio Piceno-Teramano, di chiudere battenti. “Proseguiremo ad oltranza - spiega un altro Rsu, Bruno Crescenzi - in sostegno ai nostri due colleghi che sono stati licenziati in tronco”. E ora dopo i contenziosi con gli avvocati si passa alla fase B, quella dell’accordo: si cerca di trovare una soluzione unitaria attraverso la mediazione di Confindustria e sindacati. di: Arduino Carosi,

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