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mercoledì 13 febbraio 2013

Aspi, mini Aspi, Cassa integrazione: interessati e quote 2013
Rese note dall’Inps le mensilità per il 2013. Netto mensile a € 1085,57



Rese finalmente ufficiali le quote definitive per la Cassa integrazione, Aspi e mini Aspi per il 2013. Le cifre sono contenute nell’ultima direttiva Inps in materia, classificata come circolare 14 del 30 gennaio 2013.

Le cifre erano particolarmente attese perché, a partire dal primo gennaio, è entrata ufficialmente in vigore la nuova Aspi – Assicurazione sociale per l’impiego – che sostituisce di fatto la vecchia indennità di disoccupazione e, in aggiunta, anche la mobilità.

Le due modalità di sostegno si rivolgono a platee diverse e hanno durate temporali differenti: nello specifico, vediamo come l’Aspi vada riferita a tutti quei lavoratori trovatisi in stato di disoccupazione dopo il primo gennaio 2013, con esclusione di dimissioni e risoluzione consensuale del contratto. Necessari, inoltre, almeno due anni di contributi versati e almeno uno nel biennio precedente il licenziamento.

Riguardo la mini Aspi, invece, essa coinvolge anche coloro che abbiano ricevuto il benservito prima dell’inizio del 2013, e riguarda tutti coloro che, licenziati, abbiano incamerato almeno 13 settimane di contributi nei 12 mesi antecedenti l’abbandono del posto di lavoro.

Per tutti i potenziali interessati, numerosissimi com’è ovvio, le quote definite dall’Inps ammontano rispettivamente a 1152,90 euro, sia per l’Aspi che per la mini Aspi, per tutto il 2013.

Questo, il lordo, che, poi, si tramuta in un netto pari a 1085,57 euro per i salari al di sopra dei 2075,21 euro. Per tutti coloro che si trovano al di sotto di tale limite, l’assicurazione versata ammonterà a 903,20 euro netti mensili.

A essere investiti delle misure saranno tutti i contratti di somministrazione di lavoro dipendente, con esclusione dei dipendenti pubblici, dei contratti stagionali e degli extracomunitari con permesso di soggiorno legato all’occupazione.

Va ricordato che, per l’Aspi, la durata prevista è di 8 mesi al di sotto dei 50 anni, per un anno intero per chi è più anziano: questo per la versione standard dell’ammortizzatore che, invece, nella sua versione “mini” durerà per un massimo di settimane pari alla metà di quelle riconosciute l’anno precedente il licenziamento.

E arriviamo alla Cassa integrazione che, così come la mobilità, viene stabilito per tutto il 2013 a 1152,90 euro mensili, che come sopra, diventano 1085,57 netti.

Leggi la circolare Inps integrale sulle somme di Aspi, mini Aspi e Cig

Rinnovo della R.S.U. Morgan Carbon Italia

Si é costituita la commissione elettorale composta da Iannotti Ivano, Schiavi Luca, Bruno Crescenzi, a cui dovranno pervenire le candidature, entro il 1 Marzo 2013, per il rinnovo della R.S.U e del delegato al comitato aziendale europeo.

Licenziato un delegato Fiom


Lunedì 11 Febbraio 2013 09:10
Solidarietà al compagno Luciano, licenziato grazie alla Fornero! Segue la sua lettera. (...)
La Ykk Snap Fasteners Italia S.p.A. di Colonnella (TE) è una società
multinazionale leader mondiale nel settore bottoni e accessori per
abbigliamento che nasce nel 1990 nel comune di Colonnella zona limitrofa
a quella industriale Ascolana, sfruttando i fondi della cassa del
Mezzogiorno ( da notizie trapelate circa 4 miliardi di vecchie lire a
fondo perduto) impiegando circa 47 dipendenti. Non è nuova ad azioni di
discriminazione nei riguardi di lavoratori scomodi sindacalizzati,
utilizzando processi di ristrutturazione. Nel 1999 difatti licenzia 4
dipendenti, giustificando i licenziamenti con la soppressione del posto
di lavoro; i lavoratori impugnano il licenziamento dinanzi al giudice
del lavoro del Tribunale di Teramo e dopo una estenuante battaglia
legale durata 5 anni vengono reintegrati con una sentenza confermata in
pieno dalla Corte di Appello dell'Aquila. Una volta rientrati in
fabbrica si organizzano per via sindacale appoggiandosi alla Fiom ed
ottenendo la maggioranza dei delegati in fabbrica; ma la rappresaglia
aziendale non tarda ad arrivare allorquando attesa a giugno la riforma
del mercato del lavoro a fine luglio viene annunciata una
ristrutturazione con una riduzione di personale di 12 unità su 47
previsti in organico. Inizia da subito un serrato confronto sindacale
sfociato in manifestazioni e scioperi spontanei a cui seguono incontri
per arrivare ad un accordo condiviso e il meno traumatico possibile
attraverso prepensionamenti ed esodi incentivati, avendo l'azienda
rifiutato decisamente l'utilizzo di ammortizzatori sociali praticabili
(rinnovo dei contratti di solidarietà, cigs,...). Seguono incontri tra
dicembre e gennaio in Provincia senza esito e quindi firmando un verbale
di mancato accordo a cui l'azienda si è presentata con un'ora e mezza di
ritardo, intenta com'era con la complicità della Uil(ma non dei loro iscritti che mi hanno dato fiducia e sostegno) nella stessa
mattinata a raccogliere una sottoscrizione di 25 firme di lavoratori a
stipulare un accordo. Ne nasce un alterco violento in quanto la Fiom si
rifiuta di firmare, sostenendo a ragione, che il giorno prima c'era
stata un'assemblea che aveva largamente approfondito la problematica. La
Uil con la complicità della Provincia fa allegare al verbale di mancato
accordo la raccolta di firme che la Fiom contesta. A quel punto la
Direzione aziendale sceglie di inviare 10 lettere di licenziameto di cui
sette chiuse con una transazione a suo tempo oggetto della trattativa di
un massimo di 60.000 € e di inviare le restanti tre lettere di
licenziamento, di cui una alla RSU Fiom nonchè membro del direttivo
Provinciale e le altre due a un iscritto Fiom e ad un iscritto Cobas. I
tre lavoratori licenziati forzosamente impugneranno il licenziamento per
discriminazione e per violazione dei criteri di scelta in base alla
legge 223/91, sfidando la controriforma Fornero sul mercato del lavoro.
Impiccini Luciano Rsu Fiom, Direttivo Proviciale Teramo.