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mercoledì 13 febbraio 2013

Licenziato un delegato Fiom


Lunedì 11 Febbraio 2013 09:10
Solidarietà al compagno Luciano, licenziato grazie alla Fornero! Segue la sua lettera. (...)
La Ykk Snap Fasteners Italia S.p.A. di Colonnella (TE) è una società
multinazionale leader mondiale nel settore bottoni e accessori per
abbigliamento che nasce nel 1990 nel comune di Colonnella zona limitrofa
a quella industriale Ascolana, sfruttando i fondi della cassa del
Mezzogiorno ( da notizie trapelate circa 4 miliardi di vecchie lire a
fondo perduto) impiegando circa 47 dipendenti. Non è nuova ad azioni di
discriminazione nei riguardi di lavoratori scomodi sindacalizzati,
utilizzando processi di ristrutturazione. Nel 1999 difatti licenzia 4
dipendenti, giustificando i licenziamenti con la soppressione del posto
di lavoro; i lavoratori impugnano il licenziamento dinanzi al giudice
del lavoro del Tribunale di Teramo e dopo una estenuante battaglia
legale durata 5 anni vengono reintegrati con una sentenza confermata in
pieno dalla Corte di Appello dell'Aquila. Una volta rientrati in
fabbrica si organizzano per via sindacale appoggiandosi alla Fiom ed
ottenendo la maggioranza dei delegati in fabbrica; ma la rappresaglia
aziendale non tarda ad arrivare allorquando attesa a giugno la riforma
del mercato del lavoro a fine luglio viene annunciata una
ristrutturazione con una riduzione di personale di 12 unità su 47
previsti in organico. Inizia da subito un serrato confronto sindacale
sfociato in manifestazioni e scioperi spontanei a cui seguono incontri
per arrivare ad un accordo condiviso e il meno traumatico possibile
attraverso prepensionamenti ed esodi incentivati, avendo l'azienda
rifiutato decisamente l'utilizzo di ammortizzatori sociali praticabili
(rinnovo dei contratti di solidarietà, cigs,...). Seguono incontri tra
dicembre e gennaio in Provincia senza esito e quindi firmando un verbale
di mancato accordo a cui l'azienda si è presentata con un'ora e mezza di
ritardo, intenta com'era con la complicità della Uil(ma non dei loro iscritti che mi hanno dato fiducia e sostegno) nella stessa
mattinata a raccogliere una sottoscrizione di 25 firme di lavoratori a
stipulare un accordo. Ne nasce un alterco violento in quanto la Fiom si
rifiuta di firmare, sostenendo a ragione, che il giorno prima c'era
stata un'assemblea che aveva largamente approfondito la problematica. La
Uil con la complicità della Provincia fa allegare al verbale di mancato
accordo la raccolta di firme che la Fiom contesta. A quel punto la
Direzione aziendale sceglie di inviare 10 lettere di licenziameto di cui
sette chiuse con una transazione a suo tempo oggetto della trattativa di
un massimo di 60.000 € e di inviare le restanti tre lettere di
licenziamento, di cui una alla RSU Fiom nonchè membro del direttivo
Provinciale e le altre due a un iscritto Fiom e ad un iscritto Cobas. I
tre lavoratori licenziati forzosamente impugneranno il licenziamento per
discriminazione e per violazione dei criteri di scelta in base alla
legge 223/91, sfidando la controriforma Fornero sul mercato del lavoro.
Impiccini Luciano Rsu Fiom, Direttivo Proviciale Teramo.

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